Tra i brani più celebri dei Duran Duran, uscito come singolo estratto dall’album “Rio”, “Save a Prayer” è una canzone lenta, orecchiabile e maledettamente piacevole.
È il 1982 ed il quintetto di Birmingham (che dal 1978 ha conquistato – e diviso – il pubblico di adolescenti) è la boy band del momento.
Spesso chiamati i Beatles degli anni ’80 per il loro impatto sulla cultura popolare, i Duran Duran hanno saputo creare un sound unico che ha catturato milioni di fan in tutto il mondo.
Con un’immagine glam e raffinata, costruita ad arte, accompagnata da un marketing di tutto rispetto, la band diventa simbolo del New Romantic, movimento culturale che ha caratterizzato la musica e la moda degli anni ’80.
E “Save a Prayer” è tra i brani musicalmente più soft e romantici, eppure il testo non lo è.
Ma andiamo con ordine.
Se la struttura musicale – un combinato di elettronica e strumenti tradizionali – crea un’atmosfera malinconica, il testo del brano si apre, invece, a letture differenti.
Il protagonista, che vive un appuntamento emozionante, aspetta la sua donna all’angolo di una strada. Lei si sente sola, è in cerca di emozioni. La connessione tra i due è profonda, così come il desiderio di lasciarsi andare e godere del momento presente.
Il ritornello, “Don’t say a prayer for me now, save it till the morning after” pare essere l’invito a vivere l’attimo presente e a non lasciare che le paure o le paranoie rovinino il momento.
Al di fuori di questo aspetto – che certamente non preoccupa chi ascolta le parole distrattamente o non ne conosce il significato! – “Save a Prayer” resta una ballata costantemente presente nella playlist dei concerti dei Duran Duran, dimostrando che la musica è in grado di resistere al passare del tempo!
Ed ora la canzone… Save a Prayer