Nel panorama dei thriller soprannaturali, “Il sesto senso” ha lasciato un segno profondo.
La trama ruota attorno al personaggio di Malcolm Crowe, psicologo infantile di fama – interpretato da Bruce Willis – che si imbatte in un caso particolarmente difficile: il giovane Cole Sear (Haley Joel Osment), tormentato da visioni spaventose di spiriti che solo lui può vedere.
Determinato ad aiutare il ragazzino, Malcolm si ritrova a lottare non solo per trovare una soluzione al suo problema, ma anche ad affrontare i suoi demoni personali.
Diretto da M. Night Shyamalan e con Bruce Willis nel ruolo principale, il film, del ’99, ha ridefinito un genere, portando lo spettatore in un viaggio affascinante quanto ansiogeno nell’oltre, nel post mortem.
Ciò che rende “Il sesto senso” un capolavoro è l’incredibile abilità d’intrecciare una trama coinvolgente con elementi sovrannaturali e una profonda indagine psicologica dei personaggi.
L’atmosfera di suspense e mistero costruita dal regista, sin dalle prime scene, mantiene gli spettatori sulle spine, mentre cercano di dipanare la trama mettendo in ordine tutti i tasselli, come un puzzle che si svela lentamente davanti ai loro occhi.
Il film, noto per il suo colpo di scena finale, che sorprende e sconvolge il pubblico di tutto il mondo, tiene incollati gli spettatori alla poltrona fino all’ultimo.
Bruce Willis regala una performance intensa e commovente, tormentato dai propri fallimenti, impegnato a trovare una redenzione attraverso il suo rapporto con Cole, tuttavia, è il piccolo Haley Joel Osment che si distingue con la sua interpretazione eccezionale: la sua capacità di trasmettere paura, vulnerabilità e saggezza oltre la sua età, è straordinaria.
Osment ha guadagnato l’ammirazione di critici e spettatori, facendo emergere il talento del giovane attore ed ha anche segnato un punto di svolta nella carriera di M. Night Shyamalan, confermandolo come un regista dotato di una visione unica nel genere del thriller, mentre “Il sesto senso” rimane un capolavoro senza tempo.